Abbiamo provato il rito del tè delle cinque in uno dei luoghi più autentici (e belli) di Venezia, a due passi dal Ghetto

Pubblicato il 25 aprile 2024

Abbiamo provato il rito del tè delle cinque in uno dei luoghi più autentici (e belli) di Venezia, a due passi dal Ghetto

Lo ammetto, lo ammetto e non senza un pelo di vergogna: non ero mai entrata da Torrefazione Cannaregio, nonostante si tratti di uno dei locali storici di Venezia anche perché, che tu sia veneziano o che tu non lo sia, questo caffè che si trova a pochi passi dal Ghetto non passa certo inosservato. Non ti nascondo che sono arrivata all'esperienza proposta da Maela Galli, titolare e ideatrice di questa iniziativa, in un sabato pomeriggio di Marzo con un filo di emozione perché non sapevo davvero cosa aspettarmi.

Torrefazione Cannaregio, infatti, ha deciso di proporre il classico tè delle cinque del pomeriggio, con tanto di torte, dolcetti fatti in casa e sandwich, e di farlo diventare un rito da ripetere periodicamente. I posti sono limitatissimi ed è per questo che mi sono sentita particolarmente fortunata a partecipare a questa esperienza.


Per prima cosa, lascia che ti dica che si tratta di un'esperienza davvero veneziana. Sono arrivata da sola e non conoscevo praticamente nessuno ma trovarmi al tavolo con quattro signore veneziane mi ha permesso di sentirmi immediatamente accolta e a mio agio, proprio come se mi trovassi nel salotto di casa di qualcuno. Probabilmente, è stata questa l'idea di Maela quando ha scelto l'arredamento di Torrefazione Cannaregio, in cui ogni singolo dettaglio è stato studiato con cura e buon gusto. Mi aspettavo, infatti, di trovarmi davanti quel clima un po retrò, quasi da nobildonna di campagna e, invece, mi trovo davanti ad un ambiente moderno in cui il calore del legno viene reso contemporaneo dalle strutture in metallo, senza dimenticare quel tocco di dolcezza dato dai divanetti in fondo alla sala.

Un dettaglio che apprezzo tantissimo sono le tazze già preparate ai tavolini, tutte diverse e tutte con una loro anima. Io (figurati!) scelgo una tazza rosa posizionata esattamente sotto un faretto e giuro, lo faccio per voi, perché così le foto possano essere più belle e accattivanti che mai.


A farci da Cicerone è Natale Anastasi, giovane ed esperto collaboratore di Maela. A lui spetta l'onore e l'onere di raccontarci i diversi té che gusteremo e di rispondere anche alle domande che faremo durante questo percorso perché, se credi che si tratti soltanto di assaggiare un tè con i pasticcini, hai proprio sbagliato posto. La degustazione di Torrefazione Cannaregio è infatti un momento di convivialità, vissuto proprio laddove i veneziani ancora oggi si ritrovano per bere un buon caffè o un buon tè. Questo me lo raccontano proprio le signore che sono al tavolo con me, le quali mi raccontano anche che passano spesso da Torrefazione Cannaregio per acquistare dei tè o dei caffè da poter regalare: tutto ciò che assaggeremo, infatti, è anche in vendita. Certo, poi ognuno ha i propri gusti, ma già sentir chiamare delle miscele di caffè Bricòla o Remer mi fa pensare a quanto qui la venezianità effettivamente sia di casa e non sia soltanto un modo di dire.


Cosa ci racconta Natale? Parte da lontano e ci dice che il rito del tè delle cinque del pomeriggio nasce nel 1840 per avere un momento di convivialità a metà tra il pranzo e la cena. E’ la Duchessa Anna, settima Duchessa di Bedford, che accoglie questo rito e che fa di esso un piacevole intermezzo in cui incontrare le amiche e perché no, condividere anche qualche gossip. Diventa un momento speciale da condividere sia con uomini che con donne (fino a quel momento gli uomini, infatti, dopo il pranzo si ritiravano in sale private per poter bere alcolici e fumare). Da questo momento, il rito del tè pomeridiano diventa l'occasione ideale per sfoggiare gli abiti eleganti, un po’ come faremmo oggi durante l'aperitivo. Pensate che addirittura per il rito del tè anche le strutture delle case cominciano a cambiare, con degli splendidi giardini che vengono attrezzati apposta per poter gustare al meglio questa bevanda. Sempre nella tradizione inglese, divenne abituale organizzare delle piccole gite in barca sui laghi o piccole escursioni per fare picnic e bere il tè.

A rendere questo rito tanto raffinato da poter essere addirittura celebrato a corte fu la Regina Vittoria che portò questo rituale a Buckingham Palace e da lì si diffuse anche alle classi meno abbienti, desiderose di imitare i reali. 


Cosa berremo, quindi, oggi? Si parte con un English breakfast bio, forse la miscela più famosa al mondo. Si chiama English breakfast proprio perché è consigliato per la colazione, dal momento che si tratta di una miscela di tè nero indiano e di Ceylon decisa, in grado di svegliare anche i più pigri. Prima dell'assaggio, Margherita ci porta un piattino con le foglie di tè secche per mostrarci la foglia nella sua purezza, ma soprattutto farci osservare il colore. Era stato proprio Natale, infatti, a spiegarci che l'ossidazione della foglia del tè determina il colore della bevanda. In questo caso il colore è scuro, quasi nero. Dopo aver versato il tè, lo assaggiamo e notiamo che ha un retrogusto agrumato ed estremamente piacevole. È un tè nero maschio, direi corposo e deciso ma comunque raffinato. Insieme al tè, ci vengono serviti anche i primi stuzzichini dolci e salati. Assaggiamo una tartina con ricotta al curry, pane leggermente abbrustolito e un fiorellino edibile. Quello che mi colpisce è il retrogusto orientale della ricotta dato appunto dal curry mentre il pane è leggermente croccante e diventa lo sfondo perfetto per una preparazione così delicata ma che si lascia ricordare. Un sorso di tè e poi un tramezzino al salmone con spinacino e formaggio spalmabile. Delicato, lascia sognare quell’estate che già sembra voler fare capolino.


Mi guardo un attimo attorno e quello che penso è che è davvero un peccato che ci sia soltanto un ragazzo a questa degustazione e che il pubblico sia tutto femminile. In realtà, il buon tè servito con eleganza e preparato con tanto amore dovrebbe essere davvero un piccolo rituale da apprezzare sia da uomini che da donne. Continuiamo con un tè nero, Orange Pekoe Flowery, Kenilworth. Abbiamo anche qui una miscela che proviene da lontano: siamo in Sri Lanka, dove vengono preparate queste foglie dal colore che va dall'arancione al rame scuro. Anche in questo caso, si annusa prima di assaggiare e il profumo di mandarino è delizioso. Nel complesso, si tratta di un tè molto delicato. È sempre Natale a raccontarci che originariamente questo tè veniva servito con un goccio di latte perché durante la rivoluzione industriale si aveva il bisogno di fornire un maggiore apporto proteico, soprattutto agli uomini. Io, per non sbagliare, assaggio questo tè sia con che senza il latte. Si tratta di due approcci totalmente diversi: senza latte, è quell'abbraccio che ti aspetti in un pomeriggio tiepido. Al contrario, se è arricchito con un goccio di latte, questo tè rivela tutta la sua essenza corposa. 


Insieme al tè arriva una fetta di crostata vegana con nocciola e arancia e degli shortbread con cioccolato e pistacchio. Lasciami dire che la torta vegana potrebbe ingannare anche gli onnivori, ancora convinti che un vero dolce debba assolutamente avere dentro latte e uova. La base è corposa e trattiene bene la crema spalmabile che al gusto, ti dirò, ricorda proprio quella crema di nocciole ben conosciuta. Dolce e cremosa, dà un colpo di coda con questo retrogusto di arancia che si rivela, al tempo stesso, fresco ma avvolgente. Gli shortbread, dal canto loro, fanno subito Buckingham Palace e té con la Regina. Il burro si sente, è forte, ma credimi, è esattamente quello che ci vuole con un tè come quello con cui viene proposto. Apprezzo particolarmente la versione con il cacao amaro perché è deciso, non è appena un retrogusto, ma è esattamente quel sapore di cioccolato che ti aspetti.


Cosa ti dico quindi della mia esperienza? Che si tratta di quel very venetian style che tanti hanno cercato di riproporre ma che nessuno è riuscito davvero a farti assaporare. Già fissati i prossimi appuntamenti per il 25 maggio e 15 giugno.

Torrefazione Cannaregio - Caffè Artigianale
Fondamenta dei Ormesini, 2804 - Venezia
Telefono: 041716371
 

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scritto da:

Elisa Bologna

Da piccola dicevo di voler diventare giornalista, così tutti avrebbero dovuto ascoltarmi. Crescendo, mi sono resa conto che l’amore per la buona tavola e per il vino avrebbe avuto la meglio su tutto: per 2Night scrivo per bisogno e mangio per passione.

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